Un Bosco in casa

 

Questo articolo è apparso sul Corriere della Sera il 19/10/1993, ma è sempre valido

S’aggirano per strade e viali alberati, occhi a terra. Portano al braccio un numero variabile ma elevato di sacchetti di plastica, semivuoti. Ogni tanto si fermano, guardano prima in alto, poi in basso, si piegano, cominciano a cercare nella polvere del marciapiede, raccolgono qualcosa dl misterioso e - con aria furtiva ma soddisfatta - lo mettono via in una delle borse. Poi riprendono a camminare lentamente.
Cercatori d’oro metropolitani? Entomologi che verificano le variazioni genetiche Indotte dallo smog sulle formiche?
Niente di tutto questo: sono solo
raccoglitori di semi.

Milano nasconde una varietà immensa di alberi e piante.
Nei secoli, alle specie autoctone si sono aggiunte quelle importate da paesi esotici per abbellire parchi e giardini.
Fatto sta che In alcuni periodi dell’anno il selciato si riempie di ghiande, castagne, noci, galbuli, samare e mandorle di vari tipi e dimensioni: pronti per essere raccolti.

E’ l’autunno la stagione ideale per la semina. «Abbiamo cominciato con mio fratello nel lontano 1967, in Via Buonarroti — racconta Rita B, insegnante, proprietaria dl un meraviglioso terrazzo In via Tiziano, una vera foresta In miniatura: alti due metri, due metri e mezzo, ci sono olmi, platani, pini, aceri, pioppi, ippocastani e cipressi. Quell’estate era talmente calda e umida che i semi degli olmi si depositavano sulle auto in sosta e germogliavano sulla lamiera. Noi li abbiamo presi messi nei vasi dei gerani pieni dl terraccia argillosa della Bassa. Incredibile a dirsi, dopo due mesi c’era uno stelo alto una decina dl centimetri».

E mentre le rose d’inverno gelavano e d’estate soffocavano, gli alberi dei due ragazzi diventavano grandi e forti. «A un certo punto nostro padre ha preso la casa a Forte dei Marmi - continua Marco, ingegnere, padre dl due gemelli che hanno cominciato a raccogliere e a distinguere mono e dicotiledoni prima ancora d’imparare a leggere. Così ci siamo sbizzarriti con pini marittimi, cedri e lecci. E abbiamo notato una cosa molto importante: la piantina veniva su meglio se lasciavamo la buccia del suo seme per terra. La sua mamma, la chiamavamo».

Marco e Rita non sono gli unici ad avere la foresta pensile. Marcella P, psichiatra, abita con la figlia Maddalena, un anno e mezzo, alla Maggiolina, uno dei pochi quartieri di ville e villette degli anni ‘20, superstiti tra i grattacieli. Alle finestre, larici e acacie che per il momento sono ancora piccoli. «Ma gli sto facendo posto in salotto - racconta - e chissà che non crescano anche i funghi».

E c’è anche chi i semi se li porta da fuori, per respirare l’aria di casa. Delia S è appena tornata da un lungo week-end nella sua terra, la Sardegna, passato a raccogliere bacche e pinoli. «Ho portato mirto, corbezzolo e quercia da sughero. Danno un po’ di sapore di mare in città. Se non ci stanno sul balcone, li metterò In ufficio». La signora S abita in via Giangiacomo Mora, La proprietaria del locale è stata contagiata dalla sua mania per il verde e ha riempito le stanze dl bellissimi vasoni dl terracotta sta plan piano rlcreando un angolino dl macchia mediterranea al centro di Milano.

Mari L, invece, un architetto d’interni finlandese specializzata in saune. Vive in viale Abruzzi in un monolocale con un balconcino In cucina.
È venuta in Italia per studiare e s’è fermata, ma ha sentito la nostalgia dei suoi boschi. Allora ha pensato dl piantare qualche
pino: hanno attecchito. Alcuni mesi più tardi ha provato con larici e betulle. Adesso fa il bagno nella tundra.


Non è difficile farsi il bosco sul terrazzo.
Basta osservare alcuni semplici accorgimenti.
Tutti i semi con guscio, e che non sono lavorati industrialmente possono germinare in fretta.

Non pensate di seminare le olive che comprate al supermercato !

Basta metterli per una notte in un recipiente d’acqua che ammorbidirà il rivestimento legnoso
e diventerà meno duro e più permeabile.
Poi lo si seppellisce ad una profondità pari a due volte la sua grandezza.


Dove trovare I semi per trasformare i terrazzi in foreste?
Ecco una guida In pillole, mese per mese e strada per strada, dove i cercatori
presi dalla «febbre» possono fare buona incetta di bacche varie.


Ottobre.
Ippocastani: Corso Indipendenza, Bastioni di Porta Venezia Corso Concordia.
Gyngco Bioba: Via Piccinni.

Novembre.
Celtidl: via Buonarroti e via Castel Morrone.
Aceri: dappertutto.

Dicembre.
Platani: dappertutto.

Maggio.
Olmi siberiani: via Tiziano.
Ontani napoletani: Cinisello Balsamo (Parco di Villa Ghirlanda).
Pioppi neri: nuove urbanizzazioni, alcuni giardini interni dl via dell’Orso.

Agosto:
Cipressi: dappertutto, giardini privati.

Settembre.
Tigli: nei vecchi quartieri iacp degli amni ‘20.

 


Gli Ailanti e le Acacie sono piante infestanti spontanee, che solitamente crescono fin troppo anche da sole.
Chi non vuole aspettare il seme volante, le può trovare nei letti di fossi canali, fiumi e fiumiciattoli, in cui da anni il comune non fa manutenzione: per esempio sui Navigli e sul Lambro.

Ottimi risultati si ottengono anche con gli alberi da frutto, faggi, querce e lecci.
Ma e' sempre meglio piantare più di un seme, per essere sicuri.

E' sempre valido il metodo della talea, cioè l'interramento di un ramo staccato dalla pianta madre.
E' possibile utilizzare rami di 20 Cm che portano in cima una gemma chiusa o i polloni, piantine giovani che crescono ai piedi della pianta. Ottimi risultati con Fichi e Ailanti.
Per questo esercizio il periodo migliore è circa
metà febbraio, quando la pianta è prossima al risveglio primaverile. Annaffiare con cura nei giorni successivi.

L'utilizzo di piantine già germogliate è da sconsigliare, poichè sradicandole è facilissimo provocare danni fatali alle radici. Occorrerebbe prelevare anche una grossa zolla di terra tutto intorno, ma questo non è più un hobby praticabile in città !


Torno a Casa