Foglie d’autunno a Milano

Articolo di Marta Isnenghi - Corriere della Sera del 27.10.2001 pag.56

In America si chiama Indian Summer, l’estate indiana.
Fra ottobre e novembre dopo i primi freddi, seguiti sovente da un’ondata di tepore,
le foreste del New England, fra New York e il Canada,
si trasformano in una tavolozza di colori.

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A Milano e in Lombardia il paesaggio non è meno spettacolare. anche qui le piante «arrossiscono» quando le giornate s’accorciano e le notti rinfrescano.

E questo il momento giusto per andare a caccia di foglie variopinte d’alberi spettacolari. Les feuiles mortes. Molti di noi non hanno dimenticato le parole di Jacques Prévert, rese popolari nel dopoguerra dalla voce di Yves Montand. Fece sognare diverse generazioni quella canzone, dove simbolo della vita che scorre, di amori che volano via sono proprio le foglie cadenti.

Se il cremisi è il vostro colore preferito, cercatelo ai Giardini Pubblici fra le eleganti foglie dei Liquidambar, di fronte all ingresso centrale di Via Palestro, non lontano dal grande Platano che attira con il suo tronco possente nonni, bambini e persino i senza-tetto con i loro cagnolini.

La corteccia dei Liquidambar emette una sostanza resinosa detta ambra liquida che ha dato il nome a queste piante presenti anche nel cinquecentesco Giardino della Guastalla e lungo i vialetti dell’Ospedale di Nlguarda.

Intorno al laghetti dei Giardini, i Taxodium Distichum (o cipressi di palude o cipressi calvi), originari della Virginia, con i loro aghi color ruggine formano un bel contrasto con il fogliame persistente delle Magnolia Grandiflora, ma s’accordano perfettamente con i loro frufti vermigli.

Altri Taxodium ombreggiano il Ponte delle Sirenette al Parco Sempione. Dotate di pneumatofori, le protuberanze che servono alla pianta per prendere una boccata d’ossigeno là dove il suolo compatto e argilloso provocherebbe l’asfissia delle radici, queste conifere si trasformano in autunno in colonne di fuoco.
La chioma è difatti composta da miriadi di foglioline aghiformi che poi cadono lasciando sul terreno un tappeto odoroso.
Per questo il
Taxodium è detto anche cipresso con la parrucca

Dall’altra parte di Via Palestro, nel Giardino della Villa Comunale, il vecchio Liriodendron Tulipifera, così chiamato per i fiori simili a tulipani, si stagliava un tempo con sfumature aranciate nel cielo di Milano.
Ma la bomba del luglio del ‘93 e soprattutto il successivo cantiere lo hanno ferito a morte.

Altre piante colorano oggi con riflessi dorati il laghetto disegnato nel 1790 dall’architetto viennese Ludovico Pollack: un annoso Biancospino pieno di bacche rosse, un immenso Bagolaro (Celtis Australis) un giovane Noce Americano (Juglans Nigra) dalle lunghe foglie gialle.

Non bisogna dimenticare, in questo itinerario botanico, gli eleganti graffiti della Vite Vergine (Ampelopsis Veitchii) che veste i .bastioni, si arrampica sulle cascine, avvolge le mura del Castello Sforzesco.

Fra gli spalti a sudovest della rocca, verso via Minghetti, c’è un angolino carezzato dal sole dove la bella rampante convive con mediterranei ciuffi di Capperi e un magnifico alberetto di Poncirus Trifoliata: l’unico agrume che, con suoi profumati frutti di velluto, resiste senza protezioni all’inverno di Milano.

Un altro albero merita la nostra attenzione, il Ginkgo Biloba. Oltre al grande esemplare dei Giardini Pubblici vicino a Palazzo Dugnani e ai suoi fratelli minori che circondano la rosea Palazzina del Montemerlo, ll Ginkgo biloba più antico di Milano si trova all’Orto Botanico di Brera.

Altri spiegano al vento i loro ventaglietti dorati nel Parco delle Basiliche e nel bel giardino di via Santa Valeria 5, vicino all’Università Cattolica. E se si vuole considerarne l’uso per alberature stradali, basta osservare gli insoliti filari delle vie Piccinni e Matteucci in zona Loreto.

La Quercia Americana più bella abita invece in Piazza XXIV Maggio, poco distante dall’ Atrio neoclassico del Cagnola.
Originaria del
Nord America, la grande quercia rossa che in autunno si tinge di rosa e di rame è stata piantata il 24 maggio 1924 per ricordare i caduti della prima guerra mondiale.


E per chi volesse intraprendere un safari fotografico?

Rosso carmìnio, bordeaux, rosa scuro, viola, porpora, giallo limone, senape, oro paglierino. 
Ruggine, bruno, mogano, rame, testa di moro. 
L'autunno si gioca quasi esclusivamente su tre colori, rosso, giallo e marrone, ma l'elenco delle tonalità che le foglie possono assumere è pressoché infinito. 

È il momento dello show delle foglie, del famoso foliage - termine inglese dì lontana origine francese. 
La traduzione letterale sarebbe "fogliame", in realtà è usato proprio per indicare il cambio di colore delle foglie in autunno. 

Non c'è bisogno dì andare lontano, spostarsi nel boschi in riva a un fiume, in campagna: anche Milano è pronta a stupire con un caleidoscopio di sfumature cromatiche. 

Il foliage è più o meno intenso a seconda dette combinazioni climatiche. 
Il 2020 da questo punto di vista è stato perfetto: temperature elevate in estate, picco dì anticipo di freddo a inizio ottobre. 

Per chi pensa a un giro in città con intenzione di fotografare lo spettacolo può presentarsi sotto due diverse forme: come visione monocromatica o mista. 

Nel primo caso c'è un unico colore dominante, una tonalità regina ripetuta. 
L'esempio migliore sono i viali piantumati con alberi della stessa specie che offrono sequenze suggestive. 

Poi c'è il foliage multicolore, per intenderci le innagini-cartolina del New England. 
L'effetto è dato dall'alternanza delle diverse tinte, toni caldi accanto ai bruni, la bellezza nel gioco di contrasti. 

Foliage diffuso. Giallo, per iniziare. Giallo canarino, come i filari di Tilia platyphyllos (tiglio nostrano) di viale Cirene e viale Lazio o di piazza del Rosario. Giallo lime. come i Ginko biloba ai giardini Montanelli di Porta Venezia. O in versione più aranciata, è il colore delle imponenti chiome dei Liriodendron Tuilipifera (albero dei tulipani) di via Zubiani, nel vivaio comunale. E a seguire rosso, dal fuoco dei rampicanti, la vite del Canada che si allarga sul muro in via Nino Bonnet, alla parata di Pyrus Calleryana (pero da fiore) di via Senofonte, con le foglie in un vivace mix di amaranto e arancio. O ancora, per chi punta sulla policromia i Liquidambar Stiraciflua di via Alberto da Giussano. 

Per chi vuole andare a colpo sicuro ci sono i parchi e i giardini. 
Le nuove piantumazioni di CityLife e della Biblioteca degli Alberi offrono contrasti interessanti su prati verdi. 
Non può mancare il Bosco Verticale, immagine rappresentativa del foliage metropolitano.


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